Contemplando
il volto di Cristo
Di Cristina Vonzun
Toronto, l’Ontario
e prima ancora il Quebec. Una sessantina di giovani ticinesi, 6 sacerdoti, alcuni
animatori della pastorale giovanile, il vescovo Amedeo Grab. Questa era la famiglia
della Pastorale giovanile della Svizzera italiana partita da Lugano alla volta
del Canada per partecipare alla XVII Giornata mondiale della gioventù
(GMG), dal 16 al 28 luglio 2002, che ha riunito centinaia di migliaia di giovani
con il Papa.
Cuori pieni di domande sagge, della sapienza di chi si lascia interrogare dalla bellezza di Dio, dalla gioia dell’amicizia, dallo splendore del creato e dalle parole ricche di verità e speranza del Papa. Giovani spinti dal desiderio di credere, cercatori di Dio. Sono forse degli idealisti? O non sono piuttosto i realisti di questo nuovo secolo? Si, perché è realista chi coglie quanto ci circonda lasciandosi pienamente interrogare, senza a priori, porre barriere che riducono lo sguardo escludendo la forza attrattiva del Mistero di Dio. Con loro, noi animatori, i sacerdoti, il Vescovo Amedeo Grab, abbiamo camminato, cantato, pregato e vissuto due indimenticabili settimane. Le loro testimonianze rappresentano i tasselli di un mosaico pieno di vita, il mosaico del volto risplendente di Cristo.
Andrea 33 anni di
Preonzo: responsabile dal 1993 dell’organizzazione della Giornata
Mondiale per la nostra diocesi, è stato invitato a fare parte del gruppo
internazionale che si è occupato delle grandi liturgie. Il suo diario
di quei giorni, il 27 luglio 2002, alle ore 19.30 si ferma. Un incontro avviene
nella sua vita, inatteso dono di grazia. Siamo al Downsview Park di Toronto
e 800’000 giovani attendono l’arrivo del Santo Padre per iniziare
la veglia. Andrea è sul palco. Ecco il suo racconto:
“Non sapevo che il Santo Padre stava salendo sull’ascensore interno
che lo porterà sul palco della veglia. All’improvviso vengo prelevato
senza il tempo di riflettere, e venti passi dopo mi ritrovo di fronte la piattaforma
mobile sulla quale Giovanni Paolo II si sposterà tra il migliaio di persone
presenti sul palco. A quel punto capisco che vengo chiamato a svolgere un servizio,
un aiuto al Santo Padre che conduco per una decina di minuti di fronte al mondo
intero. Mi sento un po’ come il Cireneo chiamato a portare la croce di
Gesù. E’ incredibile, dopo 10 anni di GMG al di fuori di ogni previsione
ho incontrato di persona il Papa, nella maniera più inaspettata ma forse
più concreta che potessi pensare. Ho rivisto quella sera l’incisività
della sua testimonianza e del suo messaggio nella mia vita. Una gioia profonda
nello scopertine/coprire che la Fedeltà al Signore è veramente ripagata
anche se poi Ti chiede, giorno per giorno, di concretizzare il Suo Regno diventando
sale della terra e luce del mondo. Serberò indelebile nel mio cuore l’immagine
di quell’uomo che per diffondere il Vangelo si mette in prima linea con
tutte le sue sofferenze sorretto da una forza di volontà incredibile
che solo da Cristo può venire”.
Per chi invece era nel grande recinto del Downview, il sapore di quei giorni
è rimasto nel cuore come luce di fede e di speranza per il futuro. Così
raccontano la loro “GMG” Sara di 16 anni e Giorgio di 21
anni di Poschiavo: “Vedere così tanti giovani come noi,
riuniti con lo stesso ideale cristiano attorno al Papa è stato veramente
emozionante. Questo fatto da la carica per proseguire il cammino di fede. Anche
se alle nostre latitudini i giovani che vanno in chiesa sono abbastanza rari,
non siamo soli.”.
Ad alcuni giovani abbiamo chiesto: “Toronto, la prima volta alla GMG,
cos’è stato per te?”. Laura, Luca e Andrea, hanno risposto
comunicandoci l’attesa, l’incontro, la fatica, la gioia vissuta.
Scrive Laura, 17 anni di Taverne: “Toronto è stata
una voce. L’ho sentita la prima volta scorgendo le immagini di Roma, sembrava
sussurrare dolcemente “Ti aspetto”. Toronto è stato il sogno
che mi ha accompagnato in questi due anni in cui ho camminato con la Pastorale
Giovanile. Laggiù poi sono stata male, ma non per via delle orecchie,
quello è un problema che mi assilla anche adesso eppure non piango. La
verità è che vivendo un’esperienza simile mi sentivo persa
perché, essendo di una timidezza talmente grande che a volte terrorizza
anche me, avevo l’impressione che tutto mi scivolasse sopra senza che
io riuscissi ad appropriarmene e ne soffrivo infatti mi vedevo in ogni momento
circondata da persone meravigliose alle quali avrei voluto avvicinarmi, con
le quali avrei voluto condividere tante cose, ma avevo troppa paura. Comunque
è stata anche un’esperienza unica e splendida, io mi aspettavo
una serie di grandi eventi invece questa è stata la GMG dei piccoli doni:
ricordo ogni parola, ogni sorriso che mi sono stati rivolti e ogni lacrima di
gioia che ho versato. Soprattutto ricordo le parole del Papa: un incredibile
grido d’amore e di speranza che echeggia tuttora dentro di me. Se prima
vivere mi sembrava come costruire un puzzle di cui non avevo mai visto il disegno
originale ora osservo tutto da una prospettiva più luminosa”.
Luca, 23 anni di Lugano, partito con diversi amici della sua parrocchia, allegra brigata inserita nel gruppo della diocesi, racconta: “E’ stata un’esperienza fantastica, di conoscenza, di amicizia e di fede. Molti dei miei compagni di viaggio prima della partenza non li conoscevo ed invece in queste due settimane mi sono sentito più vicino a loro e al Signore rispetto a tante persone che incontro nella vita di tutti i giorni. È proprio attraverso Gesù che troviamo la via che conduce alla felicità. La costante presenza del Signore tra noi (siamo andati a Toronto per incontrarlo e non certo per fare vacanza) ci ha fatto superare alcuni disagi che ci sono stati (il lunghissimo viaggio, i giorni di pioggia, ecc.). Del Santo Padre mi ha impressionato il bene che vuole a noi giovani. Durante il primo incontro ha detto: “Ho atteso con trepidazione questo momento”.
Tra gli ultimi ticinesi arrivati a Toronto, c’era anche Andrea, 27 anni di Mugena, che studia a Cleveland, negli Stati Uniti. “Mi sono unito al gruppo della pastorale giovanile solo per la parte finale dell’incontro col Papa. Già al nostro arrivo il venerdì sera l’accoglienza è stata più che calorosa e l’atmosfera invitava a conoscersi: la cena servita in un piazzale, chitarre che suonavano, gente allegra che cantava, ballava e pregava,… ed era solo l’inizio! Il sabato, lo spostamento a piedi verso il grande parco di Downsview: tutti assieme, giovani di diverse origini, bandiere con mille colori, lingue di ogni nazione. Eravamo tutti assieme lungo lo stesso cammino di fede, di vita, di verità e di speranza: un cammino che richiede energie ma che pure ci ricarica in continuazione. E poi la grande emozione di rivedere il Papa, sia durante la veglia che durante la Santa Messa, di radunarsi attorno a lui come una grande famiglia e pregare per continuare a credere nell’amore di Dio, sentendoci chiamati e responsabilizzati dal fatto che siamo proprio noi la “luce del mondo e il sale della terra”.
Dalle testimonianze di coloro
che erano alla prima GMG passiamo ai veterani. Sara, 21 anni di Stabio
è stata a Roma, al grande incontro di Tor Vergata.
“Il gruppo è stato davvero magnifico: sono subito riuscita ad inserirmi
anche se non conoscevo molte persone. Alle catechesi ci sono stati dei momenti
“difficili” in cui non capivo bene cosa stavano cercando di spiegarci
i vescovi, ma c’era sempre qualcuno disponibile a darmi chiarimenti. Il
Papa ci ha aiutato molto a completare le parole ascoltate e, anche se non mi
sono commossa come a Roma, ho comunque capito di aver imboccato la strada giusta
per essere il sale della Terra e la luce del mondo”.
Mattia di Sementina, 25 anni, ha partecipato mettendosi a disposizione
come responsabile tecnico del gruppo della Svizzera Italiana. “Vivendo
la GMG da responsabile ho potuto rendermi conto quanto sia importante che tutti
noi mettiamo a disposizione i nostri talenti ed il nostro tempo per qualcosa
di Grande, così da essere quello che Papa Giovanni Paolo II ci ha detto:
“Voi siete il sale della terra e luce del mondo”.
Il tema della giornata mondiale
della gioventù era “Voi siete il sale della terra, voi siete la
luce del mondo”, tratto dal Vangelo di Matteo. I giovani vi hanno riflettuto
con l’aiuto dei vescovi in tre catechesi che hanno preceduto le giornate
di incontro con il Papa.
Fabiano, 27 anni di Carasso, ci trasmette quanto ha colto da
queste riflessioni:
“Noi giovani dobbiamo portare la speranza per un mondo migliore, dobbiamo
offrirla a chi pensa di non più averne, aiutando chi non t’aiuta,
donando invece di ricevere, amando chi amore non vuole dare. Per me Toronto,
deve essere un punto di partenza, perché quello che ho visto e sentito
non lo dimenticherò mai e perché Dio ci ama più di ogni
altra cosa e noi dobbiamo fare altrettanto”.
Tra i partecipanti c’era
Gioia, 20 anni, di Mesocco. La sua riflessione testimonia il
cammino interiore e di fede vissuto a Toronto.
“E quando sarò innalzato dalla terra, attirerò a me tutti
gli uomini” (Gv 12,32).
Signore, è vero, la Tua Croce ci porta a Te, ci rapisce il cuore e ci
apre l’esistenza alla vita nella luce, quella che fa “nuove tutte
le cose” e le colora.
La via che a Te ci unisce è la Tua Chiesa e il selciato in questo cammino
è la Tua Parola. In Te, mio Gesù si compie il Regno di Dio, la
Chiesa che è la Tua gente.
Ti ringrazio perché i miei piedi seguono la Tua via nella viva e vera
strada e perché non sono la sola che cammina verso il Tuo volto ma siamo
un popolo, un “noi” che è in Te, con Te e per Te, membra
di un solo Corpo! Tutto questo non l’avevo mai compreso e vissuto prima
di Toronto.
Signore, io ho visto e stretto le Tue mani in migliaia di mani unite nella preghiera,
nel canto, nel ringraziamento e nella gioia!
Signore, io ho contemplato il Tuo sguardo in migliaia di occhi accesi, limpidi
e carichi di Amore e Luce! Signore, io ho ascoltato la Tua voce nelle parole
del S. Padre, nell’entusiasmo e nella testimonianza dei tuoi ministri,
nelle preghiere dei miei compagni e nei cori di migliaia di ragazzi!
Signore Tu sei visibile e tangibile! In questa mia prima GMG mi hai fatto conoscere
quella parte di me che in Te è tutti e mi sono sentita Tua unità
in loro, nella Tua casa la Chiesa, unico laccio che può tenermi salda
a Te. La tensione del laccio non è solo la mia fede ma il fiat di tutti
i tuoi discepoli. Tutto ciò non l’avevo mai incarnato e desiderato
prima di Toronto.
Grazie Signore, per i doni che ho ricevuto in questo incontro, trampolino di
lancio verso il Tuo Cuore per una fede attiva e voce per gridare il mio Credo!
“Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché
vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei
cieli” (Mt 5,16).